Ciao Rita, benvenuta a questa intervista nell’ambito del Progetto SolaQua. Vorrei iniziare chiedendoti di presentarti.
Mi chiamo Rita Hogan Teves de Almeida e attualmente sono ricercatrice post-dottorato nel Gruppo Sistemi Fotovoltaici dell’Istituto di Energia Solare dell’Università Politecnica di Madrid, e Assistente Medico presso il Dipartimento di Telematica e Ingegneria Elettronica della Scuola di Ingegneria e Sistemi di Telecomunicazione della stessa Università.
Sono nato a Lisbona, in Portogallo, e sono venuto in Spagna, nel 2016, per continuare i miei studi di dottorato. Ho conseguito il dottorato nell’ambito di un accordo di co-tutela internazionale tra l’Università Politecnica di Madrid (dottorato in Ingegneria dei sistemi e dei servizi per la società dell’informazione dell’ETSIST) e l’Università di Lisbona (dottorato in Sistemi energetici sostenibili della Faculdade de Ciências). Ho sviluppato il mio dottorato nell’ambito del progetto europeo MASLOWATEN, che consisteva nella progettazione e nello sviluppo di soluzioni per l’irrigazione fotovoltaica ad alta potenza, nella sua applicazione a 5 dimostratori in scala reale installati in aziende agricole di imprese agroalimentari, singoli agricoltori e cooperative e, infine, nel suo inserimento nel mercato.
Attualmente, sto ancora sviluppando la mia attività di ricerca nello stesso campo, cioè principalmente nelle applicazioni di irrigazione fotovoltaica ad alta potenza.
Attualmente lei lavora presso l’Istituto per l’Energia Solare dell’UPM come ricercatore specializzato in sistemi fotovoltaici. Mi risulta che in questo mondo della ricerca ci siano sempre più donne, anche se in generale il loro numero continua a essere una minoranza. Può parlarmi un po’ della sua esperienza?
In effetti, sono poche le donne che fanno ricerca nel campo dell’energia solare e ancora meno nel mondo dell’agricoltura.
In ogni caso, almeno nel mio ambiente, il panorama sembra essere cambiato negli ultimi anni. Quando ho conseguito la laurea e il master in Ingegneria energetica e ambientale in Portogallo, nella mia classe il rapporto era 50/50. Nei gruppi di ricerca in cui ho sviluppato il mio dottorato, prima in Portogallo e poi in Spagna, ci sono sempre state (e ci sono ancora) meno donne che uomini, anche se la nostra partecipazione sta aumentando.
Credo che piccoli gesti e interviste come queste possano aiutare le ragazze e le giovani donne ad avere un interesse crescente per le carriere scientifiche e la ricerca.
Parliamo un po’ di energia solare. Se non sbaglio, da anni all’Istituto per l’energia solare partecipate a progetti europei, come SolaQua. Mi parli della sua esperienza.
Da gennaio 2016 svolgo attività di ricerca nel Gruppo Sistemi Fotovoltaici del Solar Energy Institute. Al mio arrivo ho iniziato a lavorare al progetto MASLOWATEN. Con MASLOWATEN, oltre a quanto detto sopra, sono stati risolti i problemi legati alla variabilità dell’energia fotovoltaica senza l’uso di batterie, ed è stata garantita l’integrazione del solare fotovoltaico nel sistema di irrigazione preesistente attraverso progetti innovativi che massimizzavano l’utilizzo del fotovoltaico.
Dopo MASLOWATEN, ho avuto l’opportunità di partecipare a un altro progetto europeo chiamato GRECO. Si trattava di un progetto di citizen science, in cui una delle linee di ricerca riguardava i sistemi di irrigazione fotovoltaica. Questa parte del progetto era guidata dalla Comunità Euro-Mediterranea di Irrigazione e la prima attività del progetto è stata la definizione di una delle tre possibili linee di ricerca: 1) Batterie per evitare l’intermittenza dell’energia solare prodotta dai passaggi di nuvola; 2) Estendere la potenza del pompaggio fotovoltaico a sistemi con motopompe di oltre 400 volt; 3) Studiare la possibilità del pompaggio solare per desalinizzare l’acqua salmastra da pozzi e falde. È stato utilizzato un meccanismo di Open Innovation per analizzare le esigenze degli irrigatori e degli enti pubblici responsabili della gestione delle acque irrigue. Sono stati questi soggetti a definire che la ricerca e gli sviluppi si sarebbero concentrati sulla seconda opzione, che ha portato allo sviluppo di una soluzione su misura per le esigenze degli agricoltori.
Attualmente sono ancora attivamente coinvolto in altri due progetti con finanziamenti europei: SOLAQUA (il cui obiettivo principale è facilitare l’implementazione dell’irrigazione con l’energia solare) e CO2-FRAMED (che prevede l’installazione di 7,35 MWp fotovoltaici nel bacino dell’Ebro). In questi progetti, gli agricoltori non dovranno effettuare l’investimento iniziale per l’installazione del fotovoltaico, poiché il modello di business sarà costituito da contratti PPA (power purchase agreement) a lungo termine. In questo modo, gli agricoltori avranno un prezzo competitivo e stabile, senza essere esposti alle fluttuazioni del mercato dell’energia.
Infine, vorrei sapere quali sono le sue ultime linee di ricerca.
Il mio gruppo di ricerca è un gruppo che si occupa di sistemi fotovoltaici. Pertanto, oltre alla ricerca sui sistemi di irrigazione, ci occupiamo anche di altri tipi di sistemi: ad esempio, di grandi impianti fotovoltaici collegati alla rete, di sistemi fotovoltaici per la generazione del freddo, di elettrificazione rurale o di comunità energetiche.
Attualmente, oltre ai due progetti europei di irrigazione fotovoltaica ad alta potenza, stiamo lavorando ad altri due progetti europei per le comunità energetiche, oltre a vari progetti competitivi nazionali e internazionali o con aziende private.
Un aspetto che mi sembra molto rilevante nel nostro gruppo è uno dei suoi pilastri: la realtà. Lavoriamo sempre su problemi di realtà, su problemi che ci vengono dai diversi attori della società civile. Pertanto, nell’ambito dell’irrigazione fotovoltaica e del nesso acqua-energia, nel prossimo futuro vogliamo iniziare a lavorare sulla desalinizzazione fotovoltaica (con l’obiettivo di avere soluzioni di irrigazione che non dipendano dall’acqua dolce).
Grazie mille Rita.
A voi 😊